Lavorazione carni: FAI CISL propone un’accademia per formare i giovani
Un’accademia per la lavorazione carni capace di fornire ai giovani nuove competenze e professionalità al servizio di un settore che in provincia di Modena conta 200 imprese e oltre 5 mila addetti.
Un polo formativo e tecnologico della macellazione e dei salumi che, oltre ad addestrare i lavoratori, sensibilizzi gli operatori privati e pubblici sulla sostenibilità ambientale, la riduzione degli sprechi, l’economia circolare, l’igiene e la sicurezza degli alimenti.
La proposta di FAI CISL Emilia Centrale
La proposta è del sindacato FAI CISL Emilia Centrale, che l’ha lanciata in un convegno sul settore lavorazione carni organizzato oggi a Castelnuovo Rangone.
«Oltre ai noti problemi di legalità, sfruttamento dei lavoratori (specie stranieri) e infortuni (ne sono vittime soprattutto i giovani), il settore della lavorazione carni ha un enorme bisogno di figure specializzate che non si trovano.
Ecco perché – spiega il segretario generale della FAI CISL Emilia Centrale Daniele Donnarumma – riteniamo che sarebbe molto utile creare una struttura formativa collocata nel cuore del comparto, coinvolgendo le aziende e le istituzioni.
Un ente di questo tipo potrebbe favorire il ricambio generazionale nelle imprese, diventare un punto di riferimento per la formazione di competenze e professionalità tradizionali e innovative, monitoraggio del comparto, promozione delle eccellenze del territorio, sviluppo e diffusione di innovazione e tecnologia, controllo della sicurezza del lavoro e garanzia di salubrità dei prodotti alimentari».
L’accademia delle carni
Secondo la FAI CISL la nascita di “un’accademia delle carni” favorirebbe il riconoscimento politico-economico della natura distrettuale di un comparto che tra Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Spilamberto e Vignola ha una concentrazione e specializzazione uniche in Italia, con una struttura produttiva simile a quella distrettuale, caratterizzata dalla presenza di piccole e piccolissime imprese contoterziste a servizio della filiera.
Basti sapere che ogni giorno oltre 300 camion provenienti dal nord Europa entrano nel territorio con carni pronte per essere lavorate.
«A nostro avviso – sottolinea Donnarumma – la natura distrettuale del comparto lavorazione carni non è stata oggetto di attenta analisi e riflessione, come è invece accaduto per altri distretti, dalla ceramica al tessile-abbigliamento al biomedicale.
Il settore viene spesso associato al panorama eterogeneo dell’industria agroalimentare, con la conseguenza che le sue peculiarità sono ingiustamente penalizzate e subiscono una limitata visibilità sia all’interno che all’esterno del territorio.
Il comparto delle carni merita, invece, di essere contraddistinto come vero e proprio distretto per la forte presenza di imprese impegnate in lavorazioni altamente specialistiche e strettamente legate le une alle altre da logiche di filiera e di rete produttiva.
Occorre, dunque, agire sul fronte dell’identità e appartenenza al contesto locale per far sì che cittadini e imprese – conclude il segretario generale della FAI CISL Emilia Centrale – si sentano parte di un territorio a forte caratterizzazione distrettuale e si riconoscano in esso, con tutto quello che ne consegue»
Lavorazione carni: FAI CISL propone un’accademia per formare i giovani
Un’accademia per la lavorazione carni capace di fornire ai giovani nuove competenze e professionalità al servizio di un settore che in provincia di Modena conta 200 imprese e oltre 5 mila addetti.
Un polo formativo e tecnologico della macellazione e dei salumi che, oltre ad addestrare i lavoratori, sensibilizzi gli operatori privati e pubblici sulla sostenibilità ambientale, la riduzione degli sprechi, l’economia circolare, l’igiene e la sicurezza degli alimenti.
La proposta di FAI CISL Emilia Centrale
La proposta è del sindacato FAI CISL Emilia Centrale, che l’ha lanciata in un convegno sul settore lavorazione carni organizzato oggi a Castelnuovo Rangone.
«Oltre ai noti problemi di legalità, sfruttamento dei lavoratori (specie stranieri) e infortuni (ne sono vittime soprattutto i giovani), il settore della lavorazione carni ha un enorme bisogno di figure specializzate che non si trovano.
Ecco perché – spiega il segretario generale della FAI CISL Emilia Centrale Daniele Donnarumma – riteniamo che sarebbe molto utile creare una struttura formativa collocata nel cuore del comparto, coinvolgendo le aziende e le istituzioni.
Un ente di questo tipo potrebbe favorire il ricambio generazionale nelle imprese, diventare un punto di riferimento per la formazione di competenze e professionalità tradizionali e innovative, monitoraggio del comparto, promozione delle eccellenze del territorio, sviluppo e diffusione di innovazione e tecnologia, controllo della sicurezza del lavoro e garanzia di salubrità dei prodotti alimentari».
L’accademia delle carni
Secondo la FAI CISL la nascita di “un’accademia delle carni” favorirebbe il riconoscimento politico-economico della natura distrettuale di un comparto che tra Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Spilamberto e Vignola ha una concentrazione e specializzazione uniche in Italia, con una struttura produttiva simile a quella distrettuale, caratterizzata dalla presenza di piccole e piccolissime imprese contoterziste a servizio della filiera.
Basti sapere che ogni giorno oltre 300 camion provenienti dal nord Europa entrano nel territorio con carni pronte per essere lavorate.
«A nostro avviso – sottolinea Donnarumma – la natura distrettuale del comparto lavorazione carni non è stata oggetto di attenta analisi e riflessione, come è invece accaduto per altri distretti, dalla ceramica al tessile-abbigliamento al biomedicale.
Il settore viene spesso associato al panorama eterogeneo dell’industria agroalimentare, con la conseguenza che le sue peculiarità sono ingiustamente penalizzate e subiscono una limitata visibilità sia all’interno che all’esterno del territorio.
Il comparto delle carni merita, invece, di essere contraddistinto come vero e proprio distretto per la forte presenza di imprese impegnate in lavorazioni altamente specialistiche e strettamente legate le une alle altre da logiche di filiera e di rete produttiva.
Occorre, dunque, agire sul fronte dell’identità e appartenenza al contesto locale per far sì che cittadini e imprese – conclude il segretario generale della FAI CISL Emilia Centrale – si sentano parte di un territorio a forte caratterizzazione distrettuale e si riconoscano in esso, con tutto quello che ne consegue»
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