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Copertina di un libro con sfondo verde e la scritta: "made in immigritaly:terre, colture, culture"
admin Aprile 22, 2024 0 Comments

“Made in Immigritaly” il primo rapporto nazionale sui lavoratori immigrati dell’agroalimentare

Mercoledì 10 Aprile 2024, è stato presentato il nuovo volume intitolato Made in Immigritaly: Terre, Colture, Culture”,  il primo rapporto nazionale che studia e mette in luce l’apporto del lavoro immigrato nel settore agroalimentare italiano, comparto strategico della produzione Made In Italy per la sua eccellenza riconosciuta a livello internazionale.

Le informazioni, le valutazioni e le narrazioni raccolte in questa ricerca offrono uno sguardo dettagliato sulla quotidianità dei lavoratori stranieri che ogni giorno contribuiscono alla crescita del PIL nazionale. 

La ricerca commissionata dalla FAI CISL Nazionale

Commissionata dalla FAI CISL Nazionale, la ricerca è stata realizzata dal Centro Studi Confronti ed è curata da Maurizio Ambrosini, Rando Devole, Paolo Naso, Claudio Paravati.

Presentato questa settimana al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), l’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti governativi, parlamentari e sindacati, sottolineando l’importanza del tema trattato.

Fin dall’avvio del progetto, abbiamo incaricato i ricercatori di condurre uno studio dettagliato sulle dinamiche del lavoro immigrato in contesti specifici.

Questo lavoro segna un punto di svolta nella narrativa dominante riguardante il fenomeno migratorio: sfida e rovescia l’opinione comune che tende a semplificare l’immigrazione ad una mera emergenza sociale o ad una risorsa di manodopera subalterna.

Dalla ricerca, dunque, emergono non solo le sfide e le problematiche, ma anche i punti di forza, le peculiarità e i risultati positivi che derivano da meccanismi virtuosi di collaborazione, scambio di conoscenze e integrazione locale.

Lavoratori immigrati nell’agroalimentare di Modena e Reggio Emilia

Gli immigrati che lavorano regolarmente in Italia sono 2,4 milioni circa, più del 10% degli occupati. 

La ricerca commissionata dalla FAI CISL Nazionale sui territori di Modena e Reggio Emilia ha evidenziato dati che sono inequivocabilmente degni di attenzione.

Modena è la dodicesima provincia in Italia per numero di lavoratori stranieri, pari a 66.000 cittadini stranieri di cui l’88,5% lavoratori dipendenti, il 10,2% lavoratori autonomi e l’1,3% para-subordinati. 

Il 76,6% dei dipendenti stranieri è impiegato nel settore privato non agricolo, il 16,9% è lavoratore domestico e il 6,5% è impiegato in agricoltura.

Reggio Emilia è la ventunesima provincia in Italia per numero di lavoratori stranieri, pari a 45.456 cittadini stranieri di cui l’83,2% lavoratori dipendenti, il 15,7% lavoratori autonomi e l’1,1% para-subordinati. 

Il 77,4% dei dipendenti stranieri è impiegato nel settore privato non agricolo, il 16,7% è lavoratore domestico e il 5,9% è impiegato in agricoltura.

L’agricoltura a Reggio Emilia e Modena produce prodotti di qualità e serve manodopera specializzata che non si trova nelle stalle per la produzione di Parmigiano reggiano e nel settore ortofrutticolo a Modena. 

Giovani e lavoratori italiani non sono tanti, causa il faticoso lavoro, bassi compensi e la scarsa disponibilità a lavorare in questo strategico settore dell’economia italiana. 

La manodopera presente è in larga misura Indiana, Pakistana, Rumena, Marocchina e Tunisina, ma purtroppo stiamo assistendo all’emigrazioni anche di questi lavoratori stranieri verso altri paesi dell’Unione Europea alla ricerca di migliori opportunità mettendo a rischio il lavoro delle imprese.

Donnarumma Daniele: “solo valorizzando il lavoro il nostro made in italy avrà un futuro”

“Non dobbiamo dimenticare che 1/3 del Made in Italy è prodotto da lavoratori stranieri”; è quanto afferma Daniele Donnarumma Segretario Generale della FAI CISL EMILIA CENTRALE.

Ad oggi il loro lavoro è diventato centrale ed insostituibile, la costituzione della Rete Del Lavoro di qualità in agricoltura presso le Prefetture è una opportunità per tutti gli attori coinvolti che deve lavorare per: garantire un lavoro di qualità nella legalità, combattere lo sfruttamento, il lavoro irregolare, ghettizzazione, caporalato, puntando a promuovere una buona contrattazione, una formazione continua capace di far assumere nuove competenze ed attrarre i lavoratori nel settore.”

“Ruolo fondamentale, -continua Donnarumma- “lo devono svolgere anche gli Enti Bilaterali di settore, offrendo maggiori prestazioni a favore dei lavoratori e le loro famiglie, poiché anche la ricerca della casa per questi lavoratori è un problema.”

“Servono nuove sinergie assieme alle Istituzioni Locali per garantire accoglienza in sicurezza, integrazione e formazione volta a permettere alle imprese di intercettare i lavoratori in risposta al loro fabbisogno lavorativo.”

Donnarumma conclude: “Solo valorizzando il Lavoro verso modelli di produzione attenti all’utilizzo delle risorse umane e attenti agli aspetti ambientali possiamo offrire un futuro al nostro Made in Italy, affinché continui a svolgere quel ruolo di valore economico e sociale che rappresenta il nostro Paese”.

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