Frutticoltura in crisi, l’allarme della CISL: “A rischio 500 posti di lavoro”
Nel mese di aprile una pesante gelata ha colpito la frutticoltura della nostra regione e quella modenese in particolare.
I danni sono stati gravi al punto di avviare un confronto con il Governo per proporre un ammortizzatore speciale in deroga per i lavoratori e per aiuti alle aziende colpite, purtroppo l’alluvione che ha interessato in maniera drammatica la Romagna ha spostato l’attenzione e le risorse su quella tragedia lasciando indietro i danni da gelate.
Per quello che riguarda la nostra provincia la principale coltivazione è rappresentata dalla pera che ha subito danni alla produzione intorno, se non superiore all’80%.
Anche le ciliegie, importantissime nella zona di Vignola ma non solo, che sembravano aver subito minori danni dalla gelate sono state poi vittime delle piogge di fine maggio e prima parte di giugno che hanno causato una perdita stimabile intorno al 70% del prodotto.
Purtroppo i danni climatici non si sono fermati alle gelate e alle piogge di maggio/giugno ma moltissime precipitazioni di giugno e luglio hanno assunto forme temporalesche con grandinate di notevole capacità distruttiva.
Per quanto riguarda la manodopera si può ipotizzare in campagna una riduzione delle assunzioni per le raccolte di almeno un 50% e probabilmente una riduzione ancora più forte delle giornate lavorate.
Per quello che riguarda le cooperative di raccolta, conservazione e commercializzazione della frutta anche in questo caso le ricadute sull’occupazione sono drammatiche.
A Modena ci sono 6 stabilimenti dedicati alla lavorazione della frutta, in particolare appunto pere e ciliegie.
Nessuno di loro è in grado di garantire il normale impiego, e relativo salario, ai propri dipendenti, tre o quattro potranno garantire un lavoro non pieno, e solo all’organico più strutturato, fino alle fine dell’anno, mentre il 2024 rischia di essere senza lavoro fino alla nuova campagna di raccolta della frutta.
Questa situazione così vicina alla gelata del 2021 rischia poi di aumentare le scelte delle aziende agricole di dismettere la frutticoltura per passare a coltivazioni a minor reddito ma anche con minor bisogno di manodopera, impoverendo ulteriormente il settore.
Frutticoltura in crisi, l’allarme della CISL: “A rischio 500 posti di lavoro”
Nel mese di aprile una pesante gelata ha colpito la frutticoltura della nostra regione e quella modenese in particolare.
I danni sono stati gravi al punto di avviare un confronto con il Governo per proporre un ammortizzatore speciale in deroga per i lavoratori e per aiuti alle aziende colpite, purtroppo l’alluvione che ha interessato in maniera drammatica la Romagna ha spostato l’attenzione e le risorse su quella tragedia lasciando indietro i danni da gelate.
Per quello che riguarda la nostra provincia la principale coltivazione è rappresentata dalla pera che ha subito danni alla produzione intorno, se non superiore all’80%.
Anche le ciliegie, importantissime nella zona di Vignola ma non solo, che sembravano aver subito minori danni dalla gelate sono state poi vittime delle piogge di fine maggio e prima parte di giugno che hanno causato una perdita stimabile intorno al 70% del prodotto.
Purtroppo i danni climatici non si sono fermati alle gelate e alle piogge di maggio/giugno ma moltissime precipitazioni di giugno e luglio hanno assunto forme temporalesche con grandinate di notevole capacità distruttiva.
Per quanto riguarda la manodopera si può ipotizzare in campagna una riduzione delle assunzioni per le raccolte di almeno un 50% e probabilmente una riduzione ancora più forte delle giornate lavorate.
Per quello che riguarda le cooperative di raccolta, conservazione e commercializzazione della frutta anche in questo caso le ricadute sull’occupazione sono drammatiche.
A Modena ci sono 6 stabilimenti dedicati alla lavorazione della frutta, in particolare appunto pere e ciliegie.
Nessuno di loro è in grado di garantire il normale impiego, e relativo salario, ai propri dipendenti, tre o quattro potranno garantire un lavoro non pieno, e solo all’organico più strutturato, fino alle fine dell’anno, mentre il 2024 rischia di essere senza lavoro fino alla nuova campagna di raccolta della frutta.
Questa situazione così vicina alla gelata del 2021 rischia poi di aumentare le scelte delle aziende agricole di dismettere la frutticoltura per passare a coltivazioni a minor reddito ma anche con minor bisogno di manodopera, impoverendo ulteriormente il settore.
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